Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/195

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186 memorie

Firenze da Francesco Buonaccorsi in 4. piccolo, impresso la prima volta il Convivio1, e nel 1529. Niccolò di Aristotile detto Zoppino lo fece comparir di nuovo in Venezia in 8.2. Ivi parimente poco dopo si ristampò da Marca Sessa3: ma molto più corretta di tutte queste è l’edizione procurata dal Canonico Antonio Maria Biscioni fra le prose di Dante, e del Boccaccio4, perchè egli con somma diligenza sopra ottimi testi a penna5 corresse le Opere di questi due lumi della Toscana favella, e le adornò con le proprie annotazioni, e con alcune altre del famoso Abate Salvini. Scrisse Dante in idioma latino un’opera che egli intitolò

    che la vita nuova, fosse da Dante composta nella sua gioventù. Il Canonico Dionisi pensa che Dante cominciasse quest’opera dopo il 1310.

  1. Addì 20. settembre, siccome si legge in fine di questa rarissima edizione, rammentata come tale da Mons. de Bure nella sua Bibliografia istruttiva tom. I. delle belle lettere pag. 629.
  2. Questa edizione in corsivo, e poco corretta è citata nella predetta Biblioteca istruttiva.
  3. Nel 1531. in 8. Questa edizione in corsivo è affatto simile a quella del 1529. ed un esemplare se ne conserva in Pesaro in casa di Giordani con postille in margine di mano di Torquato Tasso appostevi, come sta notato, nel 1578. probabilmente nel tempo che il medesimo per alcuni giorni si trattenne in detta casa (P. Zaccaria Excursus litterar. per Italiam vol. I. pag. 17. ediz. Veneta del 1754. in 4.). Può egli essere che queste postille sieno quelle note che sopra nell’annotazione 2. dicemmo aver fatte a quest’opera di Dante il medesimo Tasso? Il luogo citato non pone in chiaro questo nostro dubbio, il quale rimarrà tale finchè non si acquistino maggiori lumi. Un altra edizione di Firenze in 4. senza indicarcene l’anno accenna il Cinelli nella sua storia manoscritta degli scrittori fiorentini.
  4. Pag. 53.―210.
  5. Nel catalogo de’ Testi stampati serviti per la sua edizione, cita il Biscioni XII. Codici del Convivio, ma niuno più antico del XV. secolo. Fra questi egli medesimo dice di averne uno, che era stato di Luca di Simone della Robbia, Letterato insigne, e lavoratore di certe terre, che da un’altro Luca della sua famiglia presero il nome. Se si avessero dei manoscritti della Vita nuova, e del Convivio di Dante del 1300. queste opere comparirebbero più corrette di quello che sono presentemente.