Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/21

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Imprimatur,

Si videbitur Reverendissimo Patri Magistro Sac. Palatii Apostolici

F.M. de Rubeis Archiepisc. Tarsi Vicesg.



APPROVAZIONE.


P

Er commissione del Reverendissimo Padre Maestro del Sagro Palazzo Apostolico ho letto con tutta l’attenzione, di che sono capace, l’Opera intitolata: Memorie Storiche Civili, ed Ecclesiastiche della Città, e Diocesi di Larino & c. scritta dall’Illustrissimo, e Reverendissimo Monsignor Gio: Andrea Tria, Arcivescovo al presente di Tiro, e che fu per molti anni degnissimo Prelato di quella Chiesa. Non pur nulla vi ho scorto in leggendola, che o alla S. Fede, o alla Cristiana Morale fusse punto contrario: ma con ammirarne la vasta erudizione, la generosa fatica, e l’esatta diligenza, sanissima l’ho anzi rinvenuta nella dottrina, piissima nella maniera, onde ella tutta è distesa. Il perchè, ove altrimenti non ne paja a chi di ragione si spetta, degnissima altresì la giudico della pubblica luce. Roma dalla Casa di S. Maria de’ Monti il dì 22. Decembre 1744.

Tommaso Sergio de’ Pii Operarj della S. Rom. Inquisizione
Consultore.




APPROVAZIONE.


D

Opo aver letta, e considerata per commissione di V. P. Rma l’Opera intitolata: Memorie Storiche Civili, ed Ecclesiastiche della Città, e Diocesi di Larino, egregio parto dell’Ill.mo, e Rmo Monsig. Gio: Andrea Tria, già Vescovo di Larino, e al presente Arcivescovo di Tiro, essendo rimasto dall’un canto non meno edificato dal zelo, e dalla Pietà del dottissimo Prelato verso questa Chiesa, di cui è stato Pastore, nell’illustrare le memorie di essa, onde si rendono certe le sue antiche prerogative, che ammaestrato dalla dottrina, dalla erudizione, e dalla diligenza del medesimo nel ricercare con ottimo giudizio tutto ciò, che nelle Civili, e nelle Ecclesiastiche cose può conferire all’argomento, che si è proposto di trattare; e non avendo dall’altro in essa Opera rinvenuta menoma cosa, che alla nostra Santissima Cattolica Religione, o alla Santa dottrina de’ Costumi recar possa veruna offesa, l’ho giudicata degna della pubblica luce, non tanto per laude dell’Autore, quanto per utilità pubblica, potendo quest’Opera servire di nobile esempio a tutti i Vescovi per eccitarli ad arricchire la Repubblica Letteraria colle Memorie particolari delle loro Chiese. Dal Convento di S. Bartolomeo all’Isola di Roma 18. Decembre 1744.

F. Gio: Antonio Bianchi Minore Osservante

Consultore della sup. Rom. Inquisizione