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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/416

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LIB IV. CAP. I. 315


30. E ancorchè da sì lungo tempo fussero stati ricevuti questi Epiroti, e Albanesi in Regno, e accolti benignamente in diversi luoghi di questa Diocesi; contuttociò avvezzi nella vita militare de’ loro Antenati, e come si legge nel Summonte lib.5.cap.2. non tralasciavano d’inquietare i Popoli, predare, e commettere delle scelleraggini; quindi è, che per patto espresso convennero i Larinati col Barone del luogo, che si discacciassero da’ Cafali di S. Elena, e Colle di Lauro, e che non più si ricevessero, nè si facessero nuovi Casali nel tenimento di essa Città, come si è detto nel preced. lib.3. cap.1. §.1. n. 5.7.11. e che perciò d’ordine della Regia Camera dell’anno 1549. non solo furono discacciati da Ururi, ma anche dato fuoco al medesimo Casale; cosicche si rendè il medesimo nuovamente disabitato, come in una sentenza della medesima Regia Camera della sommaria, fatta sopra la liquidazione de’ frutti, e rendite di esso Casale a favore dell’Episcopato, che si riporta negl’atti di sopra accennati, nella quale si dice, che la Regia Camera suum interponit decretur, et auctoritatem suam pro ejus validatione, et firmitate, tanquam cedente in utilitatem dicti Reverendi Episcopi propter exabitationem dicti Casalis, factam de ordinatione Regia Curia pro beneficio totius Provincia Regia Dohana Menepecudum, et dicta Civitatis Larini.

31. Il fatto fu, che renduti insoffribili per le insolenze, che commettevano, come sopra, la Città di Larino ne fe ricorso alla Regia Camera, per la loro espulsione da Ururi, offerendo con pubblico Istromento di rilevare l’Episcopato, e Chiesa di Larino da’ danni, che ne avrebbe patito colla sua disabitazione, e già cosi fu ordinato, e successivamente discacciati dal Casale, vi fu dato fuoco, e d’ordine della Regia Camera furono compilati detti atti sopra la liquidazione delle rendite avanti Aniello Scatola Officiale della Regia Camera in Larino, e in S. Severo li 11. 12. 13. e 16. Settembre 1549. coll’esame preso formiter di venticinque testimonj, cioè di Larino quattro, e sono: Nobilis Vincentius de Maxariis, Egregius Notarius, Joannes Antonìus de Catenellis, Magnificus Dominicus Antonius de Scimato, Nobìlis Paulus Antonius de Conacchiellis. Di Ururi dieci, e sono: Georgius Saracenus, Andreas de Conte, alias Glave, Andreas Vizarrus, Costa Giragunus, Petrus Plescie, Joannes de Palammo, Georgius Luce, Joannes de Antuono Frate, Lazarus fizarrus, Joannes de Colaglave . Di S. Severo tre, e sono: Honorabilis Sanctus del Buffo, Nobilis Desiderius de Lona, Nobilis Petrus de Ferrariis. Del Lorotello, uno, ed è: Honorabilis Leo de Jordano. Di S. Martino sette, e sono: Venerabilis Dopnus Petrus de Barruchis, serviens in Ecclesìa S. Mariae de Terra S. Martini, Venerabilis Dopnus Alfonsus serviens in Ecclesia S. Mariae de Terra S. Martini, Honorabilis Leo Ciceronus, Diaconus Diomedes de Ruffìs, Venerabilis Dopnus Palamides de Mattheo de Gentile, Honorabilis Magister Franciscus, Honorabilis Donatus de Janerio.

32. In seguela di detto processo furono rilasciate due sentenze, una del 1549. e l’altra degl’11. Febraro 1550. riformatoria della prima, tanto a favore, che contro l’Università, e del Vescovo per la moderazione, e alterazione di alcune rispettive partite, e in sostanza l’Università fu condannata a corrispon-