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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/472

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LIB IV. CAP. V. 371

ne’ Concilj, e nelle pubbliche carte non cominciò, che nell’anno 311. di modo che l’anno appresso 312. fu numerato per anno della prima Indizione: Quindi dicendosi nello Strumento, che fusse segnato nell’anno III. di Costantino, non potea segnarsi con alcuna Indizione; perchèquesta Indizione non s’introdusse nell’anno III. ma nell’anno VI. di questo Imperadore.

7. Se poi si voleste seguitare la sentenza di coloro, li quali danno principj più alti alle Indizioni, alcuni fino al tempo di Augusto, e altri più in là: Questo nemmeno può giovare all’Autore dello Strumento; imperciocchè mai si unirà l’anno III. di Costantino colla decima Indizione. E volendoli portare innanzi l’Indizione, e incominciarla dall’anno I. dell’Era volgare, che corrisponde all’anno III. di Gesù Gristo, secondo il computo del Signor Cardinal Baronio, come molti hanno usato fare, nemmeno può aver luogo sul fondamento, che segnandosi il detto anno colla IV. Indizione, come fa il Pagi tra gli altri nella sua Critica Istorico-Cronologica sopra il Baronio, nel vero anno III. di Costantino cade l’Indizione XI. e se mai quell’anno fusse quello dello Strumento, cioè l’anno 311. della nostra salute, questo non si trovarebbe segnato colla X. ma colla XIV. Indizione. Questo quanto al titolo.

8. Cominciò poi lo Strumento. Nos Almeradus Episcopus Dragonariensìs, per Draconariensis. Qui dunque Almerado si appella Vescovo di Dragonara, e il P. Coccarella lo chiama Vescovo Pracorasense. Abbiamo veduto nell’Errata corrige, se mai vi fusse errore di stampa, e non avendocelo ritrovato, fiamo ricorsi a più Cataloghi di Vescovadi antichi, e anche a’ Provinciali; siccome a chi nota i Vescovadi suppressi ne’ quattro Patriarcati, per vedere, se mai questo Almerado fusse stato qualche Vescovo Titolare, e nemmeno l’abbiamo ritrovato; tanto più, che i Vescovi Titolari cominciarono assai tardi, e poichè con scisma si separarono da Noi le Chiese dell’Oriente, o che furono i luoghi occupati da’ Maomettani.

9. Quindi senza altra ricerca siamo costretti ammetterlo, come abbaglio di stampa, o per inavvertenza di Copista, e cosi appellarlo Vescovo di Dragonara. Nel qual caso non può intendersi, che di Dragonara posta in quella vicinanza di Tremiti, come quella, che confina colla Diocesi di Larino, e si divide per mezzo del Frontone, o sia detto Fortore, e questo per tante altre circostanze, che sono nella Scrittura, oltre al non leggersi per tutto il Mondo Cattolico altro Vescovo di Dragonara

e questo in tempo di Costantino nemmeno era in mente di Uomo, siccome in sentenza più comune nemmeno era costrutta la Città, e come si può vedere nella Cronaca Cassinese lib.2. cap.50. in Ughellio, e presso altri Scrittori delle cose del nostro Regno, Bolano, o Bojano Catapano di Michele Imperadore di Costantinopoli edificò Dragonara con Florentino, o sia Fiorenzola, e Civitate a tempo, che i Greci possedevano buona parte del nostro Regno, lo che avvenne nel principio del Secolo XI. Ma che che sia, se il Catapano edificasse da’ fondamenti, o che piuttosto ristauraste le tre sopraddette Città, come vogliono altri, e noi incliniamo in questo sentimento, sembrandoci duro l’asserire, che dentro lo spazio di sette anni del suo governo abbia edificato più di venti Città nel luogo, ove si dice Capitanata, e di là intorno; è certo, che il