Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/215

Da Wikisource.

e del territorio di trento. 197

nella credulità ed immaginazione de’ suoi giudici. Il Principe Vescovo Cristoforo Sizzo volle leggere questo Voto, e dacchè l’ebbe letto, ordinò che fosse stampato, e spedito ai tribunali d’Innsbruck, che dovevano decidere della sorte del misero sacerdote; ma la luce della verità, che risplendea nel Voto, non isfolgorò punto, qualunque ne fosse la cagione, ai loro occhi, ed essi condannarono l’innocente sacerdote come reo convinto ex indiciis della dolosa occultazion del tesoro ad una perpetua carcere: esempio terribile del pericolo, a cui sono esposte talvolta innanzi ai ministri stessi di Temide l’onore, la libertà, e la vita degli uomini. Essendo poi stata portata la causa innanzi al trono di Sua Maestà l’Imperatrice Regina Maria Teresa, Cristoforo Sizzo, tuttochè si trovasse allora gravissimamente infermo, spinto da quello zelo, che doveva animarlo in favore dell’innocenza, mi comandò di stendere in suo nome una energica lettera a Sua Maestà, che io composi pure, ed in cui dicevasi alla medesima, ch’egli non implorava già la sua pietà o clemenza ma solo la sua giustizia a favore d’un ministro del sagro altare divenuto vittima d’un infame calunnia, e che queste erano le voci estreme d’un Vescovo, che le scriveva dal letto della morte.

Allorchè io gli lessi questa lettera, uditane la lettura egli mi disse le seguenti parole: Io vi ringrazio figliuolo delle cure, che vi prendete in favore dell’innocente sacerdote, sog-