Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/111

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proposito a quelle dell’anima, ed a prepararsi al gran passaggio che si deve fare dal tempo all’eternità, perciò io sottoscritto Giuseppe Tommaso Derossi, figlio del fu signor cavaliere D. Carlo dei marchesi di Ceva, Vescovo di Alessandria sano la Dio mercè di mente ecc. »

Previe le sue proteste di voler morire nella fede Cattolica Apostolica e Romana divide il prelato i suoi averi, in beni che possiede a Ceva di retaggio paterno, ed in Alessandria di proprietà sua come vescovo.

Gli averi di Ceva li lega all’Orfanotrofio di questa città come si dirà parlando delle opere pie; quelli d’Alessandria vengono impiegati in tanti legati pii, ed opere di beneficenza.

Legò alla sacristia della Cattedrale d’Alessandria le argenterie e sacri arredi del Pontificale.

All’Ospizio di carità di S. Giuseppe della stessa città lire mille; altre lire mille all’Orfanotrofio di S. Maria, ed altre lire mille a quell’Ospedale degli infermi; la libreria al Seminario e la sua croce preziosa vescovile vuole che sia appesa al collo della statua della B. Vergine della Salve nella sua cattedrale. Lega alla Collegiata di S. Maria della neve per formare una massa di distribuzione lire diciassettemila. Finalmente incarica i suoi esecutori testamentarii di liquidare la sua eredità, e di convertire il residuo nella erezione d’un’opera destinata all’istruzione dei poverelli, fissandosi in una Chiesa d’Alessandria un catechismo settimanale colla limosina d’un soldo per caduno a tutti i poveri che v’interverranno. Lascia erede l’anima sua. Monsignor Derossi usava per arma lo stemma dei marchesi di Ceva a cui apparteneva per via di donne.

Il Chenna suddetto gli dedicò la sua opera: Del Vescovato, de’ Vescovi e delle Chiese della Città e Diocesi di Alessandria libri quattro. Alessandria MDCCLXXXV. Tipografia d’Ignazio Vimercati, in 4°. Gli fu anche dedicato il libro: La Divozione verso Gesù Cristo. Torino MDCCLXVII, in 12. Il ca-