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materiali, ma l’opera andava a rilento per le spese enormi che gravitavano sul Municipio, e pei tristi tempi che correvano.

Uno stimolo potentissimo per la continuazione della fabbrica fu la peste. Allo svegliarsi di questo morbo desolatore la civica amministrazione aveva già fatto voto alcuni anni prima di edificar questa chiesa per placar l’ira di Dio.

S’infuriò talmente questo tremendo flagello che non si vedeva più altro rimedio per gli appestati che far murare le porte delle loro case, e lasciarli perire senza alcuna sorta di soccorsi. La civica amministrazione profondamente commossa da tanta sventura si congregò in consiglio nel Broglio vicino al fiume Tanaro, e prese la risoluzione di ripigliare senza indugio la fabbrica del Duomo da qualche tempo dimenticata in adempimento del fatto voto. Così nel libro degli ordinati del 1630 e 31 a cartolare 44.

Si leggono negli archivi di Città altri ordinati del 1665 e del 1670 per la continuazione del Duomo, il che fa vedere come progredisse lentamente quest’edifizio. In essi si dice che si è formato l’arcone grande della chiesa collegiata.

Quest’arcone è quello che sovrasta alla balaustra, e porta scritto l’anno 1630, e vorrà indicare l’anno della fondazione della stessa chiesa.

La prima fabbrica non comprendeva il coro nè l’ultimo arco dove si trova il Battistero, e la statua dell’Assunta, ed era senza facciata. Il coro si fabbricò nel 1800 a spese del signor abate Rovelli, insigne benefattore di questa chiesa, il quale provvide l’ancona dell’altare maggiore rappresentante la sacra famiglia, opera del cav. Conca Romano, pagata lire 2000 e più. L’altar maggiore in marmo e di maestoso disegno, costruito dai fratelli Aglio, è pure un monumento non perituro della generosità di questo benemerito Abate.

La bella facciata che fa di sè sì vaga mostra in capo alla contrada maestra dei portici, è stata disegnata da abile architetto, di cui non si conservò il nome, e vi si dà accesso per mezzo d’una stupenda gradinata, balaustra in marmo