Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/235

Da Wikisource.

235

incommodo. La civica amministrazione d’accordo coi principali cittadini, chiese al Vescovo la facoltà di servirsi per questo di cinquanta scudi proprii della compagnia del Ss. Sacramento il che fu loro negato. Avendo il Prelato visitatore perinteso in questa circostanza che il sindaco si considerava priore nato della compagnia del Sacramento senza dipendere dall’autorità ecclesiastica per la resa dei conti, stabilì che gli officiali di questa compagnia eleggessero ogni anno un priore e che si rendessero i conti al Vescovo d’Alba, od al suo Vicario foraneo in Ceva non avendo potuto la civica amministrazione produrre alcun titolo che le desse la suddetta prerogativa.

Le Chiese antiche che per innondazioni, guerre e vetustà scomparvero dal suolo di Ceva sono:

1° La Chiesa detta del Salvatore, distrutta dall’innondazione delli 13 gennaio 1610.

2° La Madonna di Campagna che secondo il tipo di Ceva, stampato nel Teatro degli Stati del Duca di Savoia nel 1682, si trovava vicino alla Torre unita all’attuale filanda del signor Siccardi demolita a memoria d’uomo.

3° La Chiesa di S. Andrea di cui si parlò altrove situata in cima al borgo della Torretta.

4° La Chiesa di S. Giovanni vicino alla Cevetta verso il borgo della Luna ridotta ad uso profano.

5° La Cappella di S. Pietro, esistente vicino alla strada provinciale poco distante da questa Città verso Mondovì.

6° La Cappella di S. Rocco di cui si vedono ancora le rovine sulla piana detta di Gramaglia vicino alla strada che guida ai boschi verso i Poggi S. Spirito e la borgata dei Mazzarelli.

7° La piccola Cappella di S. Bernardino da Siena in sull’aia verso le Mollere.

8° La Cappella di S. Carlo ai Ferragozzi attigua alla cascina detta Mastrili.

9° La Cappella dei santi Solutore, Avventore ed Ottavio, vicino alla cascina della Braida, interdetta e spogliata di tutto.