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Francesco Cosma Damiano Pallavicini, marchese Alessandro Ceva di Nuceto, Conte Domenico Sauli, avvocato Giovanni Battista Greborio, signor Protomedico Pietro Antonio Morretti, signor Abate Alessandro Rovelli, e Notaio Giovanni Tommaso Garrone.»
L’amministrazione così stabilita si occupò dell’apertura dell’orfanotrofio si servì per qualche tempo d’una casa al borgo sottano per ricoverarvi le povere figlie, ammesse per le prime a godere del pio stabilimento. Dopo la soppressione delle case religiose si traslocarono nel convento dei padri Cappuccini e quindi nel 1816 nella casa del fu signor avv. Greborio in Valgelata, dove trovansi attualmente. Questa casa caduta in proprietà dell’ospedale degl’infermi, fatto erede al suddetto avvocato Greborio, fu cambiata con quella di casa Derossi posta avanti al duomo, poco adattata per un ritiro di figlie.
Sul principio del 1854, fu per ordine superiore presentato al R. ministero un progetto di regolamento pel buon andamento di questo orfanotrofio. Essendosi osservato dagli uffiziali del ministero che questo pio stabilimento secondo le tavole di fondazione doveva essere amministrato dalla Congregazione di carità ai tempi di detta fondazione non ancora stabilita in Ceva, niun riguardo avuto alle disposizioni date dal ministro Corte nel 1786, nè ai giusti ed appoggiati richiami dell’amministrazione contenuti nell’ordinato 19 maggio 1854, venne questa soppressa col seguente R. biglietto.
«Vittorio Emmanuele II, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme, ecc., ecc., ecc.
Sulla proposta del ministro di Grazia e Giustizia incaricato della reggenza del Ministero dell’interno.
V. i testamenti del 12 dicembre 1778, dell’Amedeo Francesco Derossi, e 6 luglio 1779 del fu Vescovo Giuseppe Tommaso Derossi: