Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/326

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meritò d’intervenire al concilio che ebbe luogo nella Basilica Vaticana l’anno 495 sotto il pontefice Simmaco, e nella sottoscrizione di questo concilio appose la firma trentesima ottava.

3.° Venanzio sotto lo stesso pontefice fu degno di lode per l’ottimo suo regime.

4.° S. Benedetto onorò di sua presenza il sesto Sinodo Costantinopolitano, a cui intervennero 125 padri sotto il pontificato d’Agatone.

5.° Penso, da cui il concilio provinciale congregatosi in Pavia l’anno 855 ricevette tanto più di lustro, in quanto che superava egli in prudenza ed in dottrina tutti gli altri congregati.

6.° Ilderado, sotto Ansperto arcivescovo di Milano, che in Pavia celebrò un concilio in cui Carlo II fu coronato del diadema Imperiale, si trovò fra i padri di quell’adunanza e vi soscrisse l’undecimo.

7.° Dalberto insignito della mitra Albense, alla dignità che si meritò colla sua virtù, aggiunse la gloria d’un’ottima amministrazione.

8.° Fioccardo assunto dal monastero dell’Abazia di Breme alla sede vescovile d’Alba, avendo trovato quella città e quanto in essa si racchiudeva talmente devastata dai Saraceni e dagli Ungari, da esser egli costretto a procacciarsi il vitto coll’opera delle sue mani, ottenne lettere dal Papa e dall’Imperatore Ottone, con cui s’ordinava al Metropolitano milanese di convocare un’adunanza de’suoi suffraganei, ed unire col loro assenso la desolata chiesa d’Alba a quella d’Asti, che era in fiore. Intervennero a questo concilio, che si congregò in santa Tecla, Antonio vescovo di Brescia, Aldegrando o Andegrasso vescovo di Lodi, Ampoldo vescovo di Novara, Luttifredo vescovo d’Aosta, Gottifredo vescovo d’Acqui, Ottone vescovo di Tortona, e Rozo vescovo d’Asti; mercè il loro suffragio la chiesa d’Alba fu unita a quella d’Asti circa l’anno 966. Fioccardo poi, esonerato d’un tanto