Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/354

Da Wikisource.
354

e lo dava ad Ettore di Montemar suo luogotenente nel governo d’Asti, il quale lo vendette a Francesco della Rovere duca di Sora conte di Sinigaglia e prefetto di Roma con istromento del 1504.

Questo villaggio fu poi eretto in contado a favore della nobile famiglia Pallavicini di Frabosa.

Il nome di Mombasiglio si vuole da taluno far derivare da monte di Basilio per un monastero di S. Basilio colà esistente dalla più remota antichità.

Il castello di Mombasiglio innalzato dai marchesi Ceva fa tuttora bella mostra di sè. È circondato da alti bastioni, ed ha un’alta torre tutta solcata dal fulmine.

Si mostra in quel castello un trabocchetto che nelle sue pareti interne dicesi armato di lamine taglienti che s’incrociano, e si sono trovati in fondo al medesimo teschi ed ossami umani.

Il signor conte Vittorio Vianson Ponte che condusse in isposa una damigella della nobilissima casa Carrega di Genova, dama di alti sentimenti, di squisitezza di modi, di spirito colto e di avvenenti forme, ha in Mombasiglio una casa signorile e vi esercita il commercio serico mediante una filanda delle più grandiose del Piemonte con un annessovi ampio filatoio che occupa in tutto l’anno centinaia d’operai.

MONASTEROLO, che vuolsi abbia preso il nome da un monastero di Benedettini, di cui parla monsignor Brizio attiguo alla chiesa di S. Colombano, tuttora in grande venerazione presso gli abitanti di Monasterolo e dei paesi circonvicini.

Nel 1142 fu compreso nel marchesato di Ceva.

Per sentenza del 1298 fu aggiudicato Monasterolo al marchese Nano da Falletto e Ruffino Alfieri, stati eletti arbitri dalle parti.

    dall’Abate Ponte segretaro d’ambasciata di quella Corte. I Trotti di Fossano ebbero questo feudo con titolo marchionale.