Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/358

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PAMPARATO. Pretendesi che i Saraceni resi assai ardimentosi dai prosperi successi delle loro incursioni ostili costruissero una forte rocca sull’alta pendice di uno di quei monti, la quale prese poi il nome di Pamparato. Di quel fortilizio restano tuttora i ruderi, ma la storia non ci tramandò più precise e sicure notizie. Si rinvennero su questo territorio alcuni frammenti d’iscrizioni Romane che vennero illustrate dal Sacerdote Pietro Nallino da Mondovì autore delle due opere intitolate: Il corso del fiume Ellero, e del fiume Pesio.

Pamparato era compreso nel marchesato di Ceva. Nel 1214 furono da quei marchesi ceduti i loro dritti in gran parte alla chiesa d’Asti, e nel 1298 fu venduto a quel comune. Nel 1394 furono compilati gli statuti comunali di Pamparato.

Ebbero giurisdizione su questo feudo i Bonardi Mangardi ed i Pasta. Quindi passò con titolo marchionale ai Corderi di Mondovì, e con titolo di contado alla famiglia Gianasso.

PAROLDO. Trovasi questo piccolo paese in una valle circondata verso tramontana dal colle detto della Pedagera sul • quale passa la strada provinciale che da Cherasco tende a Savona. Apparteneva esso anticamente al marchesato di Ceva e passò quindi sotto il dominio dei marchesi di Saluzzo. Fu in appresso signoria dei S. Giorgio di Castell’Argento dei marchesi di Bagnasco e di Carpenetto.

Narrasi che questo paese sotto il nome di Peludinia fosse nominato in un diploma dell’Imperatore Ottone I, il che pro-

    vrana in data del 23 febbraio 1666 e con investitura del 3 marzo. Nel 1676 4 agosto la stessa Principessa Ludovica cede l’altra metà dell’ottava parte di Ceva che ancor le rimaneva al conte Flaminio Ripa di Giaglione il quale nel 1686 5 di novembre ebbe l’investitura dell’altra metà per l’eredità dello zio gran cancelliere. Le carte di queste investiture e degli acquisti esistono nei copiosi archivi del dotto cav. Ripa di Meana, per gentilezza del quale ne ebbi visione. La marchesa Angela Palazzola Palleotti di Bologna fu investita ai 15 di marzo 1694 della metà della 12ª parte del castello, feudo, giurisdizione, capitaneato di Ceva con titolo marchionale ecc.