Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/367

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Annotazione.


Fra i viventi si deve fare lodevole memoria dei seguenti:

Il dottore Tamagno l’anno 1835 epoca funesta in cui il cholera-morbus penetrato nel nostro Piemonte menava orribile strage nella città di Cuneo, rinfrancar volendo gli animi abbattuti de’ suoi concittadini, con pericolo della vita, spontaneo si recò in detta città, ove consecratosi a sollievo di quelle infelici vittime, studiò l’indole del morbo, giovando poscia col senno e colla mano ai Cevesi, quando questo ricompariva con più truce aspetto nell’ottobre del 1855.

La Gazzetta piemontese nel settembre 1835 consecrava poche ma eloquenti linee al merito di questo illustre cittadino.

Davico Giovanni Battista entrato giovine in qualità di cadetto nel Reggimento della Marina fece due campagne, e fu fatto nell’ultima prigioniero di guerra: servì nel 1805 nelle contribuzioni dirette a Genova di dove passò controllore di prima classe delle medesime a Bastia in Corsica e dopo diversi altri impieghi onorevolmente sostenuti per 45 anni venne posto in ritiro essendo Capo della Direzione principale di Segreteria e del Personale dell’Amministrazione centrale e decorato della Croce Mauriziana.

Fra i canonici onorari si deve annoverare il sacerdote, D. Bartolomeo Garassino di antica cevese famiglia come si è veduto parlando della lapide del Vescovo Calagrano.

Si dovrebbe qui pure parlare di molti altri onorevoli cittadini, che ben il meriterebbero ma per amore di brevità si devono tralasciare.