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CAPO XVI.
Innondazioni ed altri disastri.
La situazione topografica di Ceva non può a meno che renderla soggetta a frequenti e funeste innondazioni.
Il Tanaro e la Cevetta sono i due terribili suoi nemici, che in varie epoche cotanto desolarono i di lei abitanti.
Il Tanaro che ha le sue sorgenti nelle alpi scoscese d’Ormea riceve nel suo lungo corso in sino a Ceva i versanti di due catene d’altissimi monti che lo fiancheggiano, coperti d’alte nevi per la maggior parte dell’anno.
Cevetta che nasce vicino a Montezemolo riceve nel suo corso rovinosi torrenti quali sono, Recurezzo, Salissola e Bovina, e si scarica nel Tanaro poco distante dalla città.
Delle innondazioni cagionate da questi due formidabili vicini si conservano memorie autentiche di cui faremo cenno in questo capitolo.
La più antica di queste memorie parla dell’innondazione cagionata dal Tanaro li 7 ottobre 1331 e descritta nella seguente particola di testamento della nobil dama Sofia figlia di Giorgio I Marchese di Ceva, e vedova di Ferdinando Catalano in data 22 ottobre 1331, rogato al notaio Oberto Decarlino di Ceva 1.
- ↑ Questo testamento fu trovato nell’Archivio Vescovile d’Albenga dove fu vescovo Federico Ceva cugino della testatrice, al quale legò le sue gioie, come si vedrà nell’elenco dei Vescovi di Ceva. Questa nobil Dama morì