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32 memorie storiche di arona

fu fatta al monastero mentre lo reggeva il successivo abbate Guglielmo nell’anno 1044, il che risulta da una pergamena delli 15 novembre intitolata: Carta offersionis facte Monasterio de petiis seu de terra in loco Olegio Longobardorum, da certo Ugo del medesimo paese di Oleggio, che è il presente Oleggio Castello.

Qui trovo il già rimarcato vuoto, mentre dal 1044 al 1112, cioè per anni sessantotto continui, non ho rinvenuto chi fosse abbate di questo monastero; e lo smarrimento dei documenti di questo notabile periodo ci ha privati di molte rimarchevoli memorie dell’abbazia. Colle continue donazioni, coll’investitura dei beni dell’antica chiesa di san Martino di Pombia, che il monastero ottenne da Odone vescovo di Novara, e coll’esenzione delle decime che l’abbate Viberto od Uberto, successo a Guglielmo, conseguì da Eppone, altro vescovo di Novara, per breve di transazione tra il popolo di Pombia, il detto vescovo ed il monastero nell’anno 1112, crebbe a tal segno in ricchezza ed in potere, che sotto i successivi abbati, approfittando del torbido dei tempi e della noncuranza dei dominanti, esercitò dapprima una specie di giurisdizione quasi feudale, ed in appresso una piena ed assoluta podestà feudale. Quasi feudali sono le seguenti investiture dell’abbate Uberto, del mese di Ottobre 1123, il quale Per fuste1 investivit Sadum filium q. Burgoni Senaldo de loco

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  1. Antico modo di investire e cedere ragioni per fustem, per ramos arboris, per fustecam nodatam per cultellum. - Vide Mœrum in Hierolexicon; e più ancora il conte Verri nella Storia di Milano, tom., I, cap. 3, che così scrive: e «Per fare un atto solenne di donazione il costume esigeva (parlando de’ secoli anteriori al X) che si adoperasse un coltello, un bastone nodoso, un ramo d'albero, ovvero un pampino di vite: qualche altra volta si adoperava per tale atto un’altra cerimonia, ed era di porre sulla terra la carta ed il calamaio, ed il donante la prendeva dal suolo e la poneva nelle mani del notaio, pregandolo a scrivere la donazione, ed autenticarla.»