Pagina:Memorie storiche di Arona e del suo castello.djvu/81

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e del suo castello - libro terzo 67

in cui questa città cominciò a risorgere dalle sue rovine, non trovasi nei pubblici documenti che il terrore che si sparse in tutte le città d'Italia per l’inumana barbarie del Barbarossa, le emigrazioni di varii popoli dalle antiche loro sedi per gli incendii e le devastazioni commesse da’ suoi capitani, e l’agro milanese ridotto ad un teatro di sanguinosa guerra, terminata appena nell’anno 1185 colla pace di Costanza. Non fu però di lunga durata la tregua per queste popolazioni, perchè due potenti famiglie, la Visconte e la Della Torre, si contendevano a gara il milanese, e laceravano le comuni al medesimo soggette, dacchè sino a quest’epoca lo stato di Milano non era ancora eretto in ducato. Nell’anno 1208 era castellano di questo forte Bernardinus Frassus magister de burgo Staciona, e nel 1211 lo era certo Martinus qui fuit de Staciona1. Non sì è però potuto sapere se dipendessero dai Visconti o dai Torriani, che in questi tempi comandavano a vicenda e giusta l’esito delle continue guerre. Si può però accertare, che nel 1216 trovandosi il popolo di Milano in una specie d’anarchìa che lo rendeva assai molesto ai municipii limitrofi, Innocenzo III mandò due cardinali in legazione in quella città, minacciandole i fulmini del Vaticano: nisi vicinas civitates vexare ei sollicitare desiisset. Il popolo, irritato da queste minacce, si volse impetuosamente contro varie vicine terre, e fra le altre contro Arona, la quale avendo fatta una valida difesa, dai Milanesi si abbandonò l’alto Novarese per fare una irruzione nella Lomellina: Et cum Aronam tentatam capere nequivissent, præda onusti in Laumellinam se intulerunt,

  1. Si è già avanti accennato, che Angera sino al fine del secolo XII venne chiamata Stazzona.