Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/74

Da Wikisource.

DI LIONARDO DA VINCI. 63


Si è disputato se ad olio, a fresco, o a tempera sia stato dipinto il Cenacolo vinciano; ma che sia fatta a olio quella dipintura, oltre il testimonio dell’antica carta incisa in rame summentovata, ove leggesi che fu cavata dal dipinto a olio di Lionardo da Vinci, abbiamo l’autorità dell’Armenini, che lo stesso dice1, e più chiara ancora è l’asserzione del Lomazzo, il quale scrive che »Lionardo, lasciato l’uso della tempera passò all’olio che usava assottigliare con lambicchi», e ivi parla espressamente del Cenacolo2. E col giudizio degli antichi vanno d’accordo su questo punto anche i men vecchi, e i moderni più intelligenti pittori ed amatori: se non che il ch. Requeno3 vuol che Lionardo dipingesse a tempera sulla parete bianca e liscia; e quindi desse sopra la pittura una vernice a olio da lui con singolar cura


    cosa che gli paresse atta a quello che far voleva, la riponeva collo stilo al suo libricino, che sempre teneva a cintola.« Narra poi come per trovare una faccia atta a rappresentar Giuda pel Cenacolo »Andava ogni giorno mattina e sera in Borghetto, ove abitano tutte le vili e ignobili persone, e per la maggior parte malvage e scelerate«, e che minacciò infine di dare a Giuda il viso del P. Priore, che ’l molestava: cosa non verosimile, anzi non possibile, come dimostralo il mentovato P. Monti. Veggasi il lodato P. Pino, paf. 66 e seg.

  1. Veri Precetti della Pittura, 1587. p. 172.
  2. Tempio della Pittura, pag. 49.
  3. Saggi sul ristabilimento dell’antica arte de’ greci, e romani pittori. Parma 1787. T. 1. pag. 167.