Pagina:Memorie storiche su la vita gli studj e le opere di Lionardo da Vinci.djvu/77

Da Wikisource.
66 MEMORIE STORICHE

cia, ma fortunatamente nol potè1. Alla metà del secolo xvi Armenini2 la disse mezzo guasta. Se crediamo al milanese Lomazzo, presto ne scomparvero tutti i colori, cosicchè i soli contorni restarono a indicarne l’eccellente disegno3. Ai primi anni del secolo xvii il P. Gattico dominicano che lasciò ms. la storia del convento delle Grazie ove abitava, dice, che quella pittura era alterata; e ad un’epoca poco da questa lontana dobbiamo riportare quanto scrive il summentovato card. Borromeo, cioè che del Cenacolo vedeansi solo le reliquie, e che avendo egli osservato nascere ciò dalla parete, onde cadeane l’intonaco, pensò a farne cavar copia da abil dipintore, che sulle prime disperò di ritrarne cosa alcuna; ma, avendo cominciato dalle men guaste teste degli Apostoli, riuscì a poco a poco e in quadri diversi a copiarne il tutto; e sì bene il fece che avendo potuto le sue figure confrontare co’ disegni originali delle medesime presso di noi esistenti allora, trovaronsi pienamente corrispondere4. Il certosino Bartolommeo Sanese nel 1624, al vedere nella Certosa di Pavia la copia fattane da Marco Oggiono,


  1. Vedi al num. xxix.
  2. Loc. cit.
  3. Tempio della Pittura, pag. 49. Trattato della Pittura, p. 50.
  4. Feder. Card. Borromaei Musaeum, pag. 26.