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arco traiano 87

Centocelle, dove in quel torno di tempo si costruiva il famoso porto omonimo, egli che aveva costume di avvicendare gli ozii con le cure di governo, non mancava di amministrarvi giustizia. Vi chiamò a consiglio anche il diletto amico Plino Secondo1 per trattarvi, fra le altre cause, questa di Tirone.

In tale frattempo alcuni degli eredi, per rispetto di Euritmo, che credevano protetto dal Principe, avevan ritirata l’accusa; ma Traiano se ne adirò e vi si oppose, stimando che il sospetto sarebbe rimasto su di sè, non meno che sul liberto. Degli eredi allora rimaser due soli, i quali chiesero doversi trattar la causa con l’intervento di tutti, altrimenti essi pure si sarebbero ritirati. Se non che Traiano, accusandoli di calunnia, li obbligò a giustificarsi separatamente sulle ragioni del non trattarla.

Questo che, fra i tanti, fu segnalato atto di indipendente giustizia resa da questo immortale Principe, onde Plinio ne fece particolare menzione nella sua lettera citata all’amico Corneliano, l’artista pensò di tramandare sotto forme sensibili ai posteri nei marmi del nostro munumento.

L’azione di questo quadro si svolge in tre piani nel seguente modo. Tre figure sono nel più rilevato piano; delle quali quella a sinistra dell’osservatore con la solita toga, con dalteum, balteus ed umbo, che ho già descritta, parlando del primo quadro, e con i coturni ricamati e fregiati, rappresenta Traiano, con la destra, che manca, protesa verso gli altri due togati, e con un rotolo di carte nella sinistra, al cui anulare ha un anello. Le altre due figure rappresentano i due eredi, di cui si è fatto cenno. Essi han pure la toga, ma col semplice sinus, i piedi calceati, la sinistra mano intesa a reggere un lembo della toga e la destra distesa verso il Principe, in atto di chi espone le sue ragioni. Queste due figure sono più basse delle altre, non per le ragioni svolte da Rossi, ma per lasciare meglio scorgere il personaggio e l’insegna che è loro alle spalle, partito che vedremo adottato pure nell’altro quadro alla tavola XVII.

Di questi due eredi quello in mezzo al quadro è presentato da una donna, la quale, premendogli la destra mano sul petto e

  1. Plinio, epist. XXXI. libro VI.