Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/149

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arco traiano 127


Questo quadro ha molto sofferto per le ingiurie degli uomini e del tempo, onde non se ne possono ravvisar tutti i pregi; ma non per tanto molto ancora vi si scorge di bellezza e di finezze d’arte nella disposizione dei personaggi, nelle espressive loro movenze, nei maestosi aggruppamenti delle pieghe. Segnalati fra gli altri sono i due vittimarii che immolano il giovenco, l’uno in ginocchio per trattenerlo e l’altro in atto di colpirlo col maglio; e stupenda la natural posa e la squisita notomia del braccio e della mano del personaggio che è nell’estremo del quadro a sinistra di Traiano. La sola mano costituirebbe uno dei più stupendi pezzi scultorii dell’arte romana.

Ed ora passiamo ad osservare la facciata rivolta alla campagna.

Nono quadro grande (il più basso, a destra dell’osservatore, sulla facciata esterna) Tav. XXII.

Questo quadro si svolge in quattro piani. Nel primo son tre figure, fra cui Traiano, il quale è il primo verso la destra dell’osservatore nella sua imponente toga, già descritta nei precedenti quadri; ha ambo le mani rotte, ma si scorge che avea la sinistra impugnata a trattenere il solito rotolo o le solite tavolette e la destra distesa verso l’altro personaggio che è nello stesso piano.

Questi è scolpito sull’altro estremo del quadro, in atto di incedere verso l’Imperatore, tenendo il corpo gravato sul sinistro piede e col destro levato alquanto come per muovere il passo. Egli è alto, snello e di giovanile aspetto; ha sul capo una pelle con testa di leone, che gli scende a covrir le spalle, e sul petto gli si annoda con le due zampe anteriori; porta una specie di tunica stretta alla cintura, col gonnellino più corto del ginocchio, ma senza maniche, laonde gli resta scoverti ambo le braccia e il lato destro del petto, e solo gli covre appena la spalla sinistra; porta ai piedi una specie di calzari poco diversa dei romani e senza alcun ricamo, nè trasparenza, nè fettucce eleganti, come poeticamente asserisce Rossi. Ha le braccia, ora monche, abbassate. A destra di costui è un cane mastino con collare, sebbene Rossi voglia a forza crederlo una pantera, la quale cosa non mi sembra nè verosimile, nè opportuna.