Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/154

Da Wikisource.
132 arco traiano

egli qui non è rappresentato in mezzo ad un fatto d’armi o sul campo, ma in marcia, fra popoli soggetti all’impero, e gli accresceva maestà quell’abito grandioso. Lo stesso Plinio ci fa apprendere che era costume di Traiano rintuzzare tal fiata l’alterigia del nemico più con la toga che con le armi, hostilemque terrorem non armorum magis, quam togarum ostentatione compescere1.

Rossi congettura che il personaggio togato, che è immediatamente alle spalle di Traiano, sia il Console Sura; ma come puossi giustificare questa ipotesi? Degli altri personaggi è inutile intrattenersi, non presentando nulla di speciale rispetto ad altre figure simili degli altri quadri.

Decimo quadro grande (il più basso a sinistra, in riscontro al precedente) Tav. XXIII.

Proviamoci a descrivere da prima il quadro, e poscia ad indagarne il soggetto.

Nel piano più rilevato si vedono due figure, tra cui quella di Traiano sulla sinistra del riguardante. Egli, che è nella sua ricca toga, e porta nella sinistra mano le tavolette (non il volume, secondo vuol Rossi), manca della testa e dell’avambraccio destro. Dalla direzione del braccio scorgesi con chiarezza che aveva la destra mano distesa verso il personaggio che gli sta di contro nello stesso piano.

Questi ha barba ispida, e, sebbene abbia il volto alquanto guasto dalle ingiurie del tempo, si appalesa subito per uno straniero essendo di un tipo affatto differente. Anche nel vestire si differenzia dai romani, poichè porta una tunica, che non arriva ai ginocchi, ligata alla cintola, una sopravveste o mantello con fibbia sull’omero destro, alti calzari ai piedi, quasi a mezza gamba, ligati da corregge intrecciate dalla punta del piede alla sommità del calzare stesso. Manca dell’avambraccio sinistro, ed ha disteso il destro sino a tener molto prossima la mano all’Imperadore, o in atto di porgergliela, o piuttosto in atto di giurare, non ravvisandosi più totalmente integra. Son degne di nota in questa figura la somma espressione, la prontezza e naturalezza della mossa, la notomia delle gambe e dei ginocchi.

  1. Panegirico, capit. LVI.