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264 | via appia—ponte tufaro |
sarchio sulla sponda sinistra, e di Rocca Bascerano sulla sponda destra.
Ponte Tufaro (Tav. XXXVI) — Come quasi tutti i ponti romani, è a schiena nel mezzo. Ha tre luci semicircolari, la centrale di diametro m. 9.00, le laterali di 7.50. Le pile e le spalle, oggi completamente interrate per il sollevamento del letto del torrente, son di grossi massi lapidei a bozze. Sono interrati, per conseguenza anche i rostri, i quali esistono solo nella faccia sopra corrente. La larghezza del ponte, misurata tra le due facce a monte e a valle, è di m. 6,50; il fronte delle pile, cioè la distanza di un’arcata dall’altra è di m. 3.30. Tanto le arcate che i timpani ed i muri di accompagnamento son di massi lapidei a bozze, come le pile e le spalle. Una fascia di simili pietre, alta m. 0.60, sporgente m. 0.30, scende, su ambo le facciate, dalmezzo della sommità del ponte verso le due sponde sin sotto il piano stradale presente. Su di essa si eleva il parapetto; ma l’esistente è moderno.
Sul culmine della schiena sopra corrente, in mezzo del parapetto, siccome scorgesi dal disegno, si eleva un masso lapideo, alto m. 1.80, largo sul fronte 0.88, spesso 0.62, sagomato in cima a semicilindro. Sul fronte interno, cioè verso la strada, presenta uno specchio in incavo di m. 0.55 × 1.00, il quale doveva contenere qualche epigrafe, oggi perfettamente distrutta. Sui fianchi della parte cilindrica ha due incavi, destinati evidentemente al suo sollevamento e ponitura a sito. Stimo che questo masso fin dall’origine sia stato situato sul detto ponte, poichè ricordo averne notati di simili, e ripetuti su tutta la lunghezza dei parapetti, in altri ponti antichi.
Nella facciata a valle sono incastonate altre due pietre lapidarie rettangolari, l’una nel muro di accompagnamento sinistro, l’altro nel timpano tra l’arcata maggiore e la sinistra; ma non vi si leggono affatto più le iscrizioni che doveano al certo contenere.
Questo ponte dovè molto soffrire nei secoli scorsi, ed essere restaurato con gli stessi massi che lo componeano; imperocchè questi, sebbene si ravvisino quasi tutti antichi e della stessa epoca, meno pochissimi, pur tuttavia non sono al posto nel quale nella primitiva costruzione furono situati. Anche dando uno sguardo