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carica del mulino omonimo hanno preso il posto di una gran parte dell’alveo antico del fiume, con disdoro e pregiudizio del nostro monumento. Ma i privilegii feudali e le prepotenze dei Principi sopraffecero arte e monumenti.

Le quattro arcate che sole servono oggi al deflusso delle acque e le tre pile che le separano non presentano quasi alcuno interesse per l’arte e per l’archeologia; soltanto è da osservare che le prime son di laterizii, mattoni misti a tegole, di varie epoche e dimensioni, e le seconde son costituite per la più gran parte di massi calcarei, di lapidi e di cippi sepolcrali tolti ad altri monumenti romani. La gran pila 2 ha il rostro triangolare sopra corrente e quadrangolare a base trapezia sotto corrente; le pile 4 e 6 hanno il rostro sopra corrente pure triangolare e semicilindrico l’altro. Nei due timpani su quest’ultime pile sono aperte due luci di sfogo per le piene (Tav. XXXIX) con stipiti ed archi di laterizii.

La porzione del monumento la quale più interessa è quella che resta sulla sponda destra; e vedesi disegnata nelle Tavole XL e XLI, in pianta e in elevato. Quest’ultima rappresenta la facciata sottocorrente, la quale, più conservando e meglio lasciando scorgere la parte antica, richiama per parte nostra la maggiore attenzione.

Ho detto che il ponte antico aveva cinque luci; esse erano tutte dello stesso diametro, e lo dimostro. I punti di partenza sono: la pila F (Tav. XLI) (8 in pianta, Tav. XL), la testata destra, il cui fronte interno è proiettato verticalmente nella retta b''y (Tav. XLI) e la curvatura d’intradosso dei cunei lapidei che tuttavia rimangono degli archivolti antichi nelle arcate B, C, D (Tav. XLI). Ora, tenendo conto della larghezza di m. 5.00 della pila intatta F, della posizione b''y della faccia interna della testata destra, ancora al suo posto, e della curvatura dell’intradosso dei cunei superstiti dell’arcata C, e considerando che la pila E, intermedia tra le arcade B e C, doveva essere eguale alla prima F, ho potuto determinare che ciascuna arcata aveva il raggio di metri 4.35. Il loro centro non trovavasi sulla linea superiore nl (Tav. XLI), ma sulla inferiore op della fascia d’imposta. Così ho potuto assegnare alle cinque luci 3, 5, 7, 9 + 10, 12 + 13 ed alle pile antiche 4, 6, 8, 11 il loro posto primiero, come rile-