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via appia da benevento a brindisi 291

alla mezza costa sino alla masseria Criscuoli, dirigersi alla masseria della Cancelleria, e, quasi sempre in linea retta, per una via facile ed amena, cavalcando il vallone Lario, e attraversando la campagna del Cobante, portarsi al Ponte Rotto sul Calore. Così solamente si trovano le distanze degli itinerarii. Di fatti la Tavola Peutingeriana1 segna quattro miglia da Benevento a Nuceriola e sei da questa al Calore, cioè in uno miglia dieci, corrispondenti a chilometri 14,810. Ora, aperto il compasso ad un miglio nel rapporto di 1:50000, e riportandolo quindici volte dall’Arco Traiano a Ponte Rotto, lungo il cammino da me designato, sulla carta topografica dello Stato Maggiore2, si riscontra esattamente la distanza di miglia dieci, o chilometri quindici circa.

Per contrario, seguendo il cammino accennato da Garrucci lungo le due linee Benevento S. Giorgio e S. Giorgio Ponte Rotto, formanti angolo retto, si avrebbero oltre diciotto chilometri, o miglia romane dodici, con pendenze disastrose.

Pratilli3 parla degli importanti ruderi romani che ai suoi tempi si riscontravano per la campagna del Cobante, e di qualche traccia della via ancora selciata; e, sebbene egli dica che questo braccio si fosse appartenuto alla via Traiana, vedremo in seguito come non sia così, ma che invece l’Appia da Benevento al Ponte Rotto o Appiano non sia mai mutata.

Ho detto che la prima stazione dopo Benevento a distanza di quattro miglia romane, o chilometri 5.924, sia stata Nuceriola o Nueriola o Nucerula o Luceriola, trovandosi scritta in vario modo. Nessuno degli scrittori ha saputo indicare il sito ove surse questo villaggio. Corcia4, seguendo l’Holstenio, lo mette nel distretto dei Caudini in contrada Ricerola, «dove sorgeva un tempo la chiesa di S. Andrea, presso Benevento.» Asserisce pure che, in fuori della Tavola Peutingeriana, non ne sia rimasta altra ricordanza. Ciò non è esatto, imperocchè il diploma di concessione del 9515 di Landolfo II e Pandolfo I, Principi longo-

  1. Segmentum IV.
  2. F. 173, II.
  3. Op. cit. pag. 451 e 452.
  4. Op. cit. tom. I. pag. 380 e 381.
  5. Borgia, op. cit. tom. I. pag. 359 e 360.