Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/364

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dissepolte, delle quali due anni fa1 ne furono vandalicamente distrutte moltissime da un ignorante villano.

Avevo già scritto quasi tutte le cose che precedono, e fermato il concetto che queste muraglie fossero appartenute ad un emporio, quando mi venne fra mani il citato manoscritto di Alfonso de Biasio; di cui mi corre l’obbligo di riportare le seguenti parole, le quali collimano con le idee già da me espresse: «Difficoltar non puossi che dai nomi antichi che sinora in questa città conservansi manifestate ne vengano le famose fabbriche che in quel contorno stavano. Usarono gli antichi fabbricar forti edificii per la conservazione delle pubbliche vettovaglie nomandoli cellarium, come ne fa fede Isidoro. Per lo che palesato ne viene che quel giardino nominato Cellario, ed ora dal volgo Cellarolo, era appunto un pubblico edificio nel quale si conservavano le comuni vettovaglie, additandocelo maggiormente i gran frammenti di antichità, che colà alla giornata si scoprono». Non devo omettere però che lo stesso autore poco dopo dice quest’altro, che sembra contradire il riferito: «Nè devo lasciare indietro la famosissima fabbrica della nostra basilica, che sino ad ora la vetusta tradizione ne mostra il particolar suo sito fuor la porta di S. Lorenzo, ove si conservano non pochi suoi frammenti e particolarmente un suo spazioso portico, che sopra vi sta la diruta chiesa dei S. Quaranta, ecc». Ma chi sa che le basiliche erano unite ai fori ed erano i luoghi ove si trattavano i pubblici e privati negozii, comprende di leggieri che possono mettersi subito di accordo le due idee di de Biasio, ritenendo che quell’edificio finora esaminato sia stato un emporio, e che accosto o ad esso incorporato sia stata la basilica.


4. età dell’edifizio


Mancando ogni documento storico, non puossi indagare l’epoca, nella quale questo edifizio potè sorgere, se non prendendo a base la sua struttura murale. Tra i varii generi delle strutture

  1. Noti il lettore che, quest’opera, cominciata a pubblicarsi nel 1889, è ancora in corso di stampa nel 1892.