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336 | i santi quaranta |
mancanza di qualsiasi epigrafe, è giuocoforza accontentarsi di questi elementi.
Prima di chiudere questo paragrafo, non voglio trasandare di combattere un pregiudizio popolare: tutto il popolo qui crede e ripete che questo edifizio dei Santi Quaranta abbia sotterranee comunicazioni con il teatro romano, del quale ci occuperemo nel seguente capitolo. Il pregiudizio o errore, secondo me, è derivato dal fatto seguente: il primo ordine dell’antico teatro è tutto interrato, ed è interrato per l’altezza di parecchi metri tutto il tratto di via che corre da porta S. Lorenzo a Cellarulo, colmando la via Latina sin sopra l’estradosso delle volte dell’edifizio dei Santi Quaranta; ora, supponendo il volgo che lo stato attuale di quei luoghi sia esistito sempre ad un modo, anche in antico tempo, che il primo ordine del teatro sia stato costituito di sotterranei, che sotterranei sieno stati anche i corridoi dei Santi Quaranta, e vedendo che anche presso le antiche terme1 nella proprietà Mucci e Palmieri esistono antichi vuoti, ha pensato che tutti questi dal teatro ai Santi Quaranta siensi collegati. Ad avvalorare tale credenza si è potuto prestare ancora il fatto che i corridoi del teatro, girando in curva, nell’oscurità son potuti sembrare distendersi per lungo, ed avere maggiore lunghezza di quella che in effetti essi hanno.
Parmi che io abbia detto molto intorno a questo edifizio dei Santi Quaranta, e che altro non possa dirsi senza che vi sieno praticati degli scavi razionali in alcuni punti più importanti2. Termino con un augurio, che lo Stato, la Provincia e il Comune vogliano prendere a cuore questi avanzi importanti, così come tutti i monumenti beneventani.