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della chiesa cattedrale di benevento 407


Il muro che circonda l’abside M attualmente è continuo, ma vi fu tempo in cui esso era formato di pilastri e di archi come vedesi rappresentato in disegno (Tav. LV). Un caso fortuito mi ha menato a questa scoverta: nell’anno decorso, 1894, facendosi eseguire dal R.do Capitolo un passaggio tra il vestibolo che precede il Sacello e la Sagrestia alle spalle dell’abside, apparve il pilastro s t decorato di antiche pitture a fresco sul fronte t e sui fianchi. Sovra di esso vedevasi un avanzo di arco, egualmente decorato nell’intradosso e sui fianchi, girante verso la periferia nel senso del raggio M s t. Questa scoverta lasciò subito scorgere che l’abside evesse avuto anticamente dei passaggi arcuati, e che alle sue spalle, a partire da I, si fossero svolte due gallerie concentriche K ed L; difatti le pitture su ambo i fianchi del pilastro s t già annunziarono che esso si fosse trovato un tempo tra due passaggi; e la porzione superstite dell’arco, annunziante che l’arco intero avesse avuto il diametro di appena due metri, lasciò scorgere che esso si fosse dovuto scaricare su di un altro pilastro centrale, piuttosto che sul muro r q p di precinsione. Questa disposizione di due gallerie concentriche non è nuova nelle basiliche, avendosene un esempio nella pianta dell’antica basilica di S. Giovanni in Laterano1.

Con questi elementi di fatto ho tracciata l’antica pianta del tempio, come dovè essere sino al XII° secolo. In essa ho disegnato le scalee x e y per montare all’abside e per discendere alla cripta, l’altare maggiore v col baldacchino, il coro s con la cattedra u del Vescovo. A quale epoca deve riferirsi questa forma? Escluso che ne sia srato autore il Vescovo Davide, e sapendosi che Sicone abbia trasformato ed ingrandito il tempio, sembra non potersi dubitare che egli sia stato l’autore di questa forma a croce latina con le gallerie concentriche all’abside, e che ai tempi di Landolfo della Greca, dal 1114 al 1124, sieno state soltanto prolungate le tre navi. Però siccome le finestre del braccio di croce verso la via del SS. Sagramento hanno diversa forma (son più snelle e hanno lo schiancio) di quelle della nave maggiore nascoste dietro i quadri, pare che ai tempi di Landolfo

  1. Vedi Hubsch, op. cit. Tav. III fig. 2.