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Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/502

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466 della chiesa cattedrale di benevento


Sappiamo, di più, che nel 1577 esisteva un solo ambone nella nave maggiore, a sinistra del coro.

Rohault de Fleury1 avvertì che Nicola da Monteforte al 1311 rimaneggiò l’opera, notando solo che vi fosse qualche elemento romanzo, ma non andò oltre. E non vi sarebbe potuto andare, giacchè egli ha scritto forse su di una fotografia, e tenendo presente il Salazaro2.

Tanto è vero ciò che ritiene si tratti di un solo ambone, quello sinistro; e scrive: «celui da Bénévent qui fut rimanié à la fin du XIII (è il XIV invece) siécle, mais dout les lions et les parties inférieures som de l’epoque romane3; e più appresso: Nous avons déja parlé de l’ambon de Bénévent, dout les parties inférieures nous paraissent romanes, mais qui fut restauré plus tard. Les ornaments des parapets, les statuettes qui les décorent, les colonnes ornées de mosaiques, appartiennent à cette seconde époque, on y lit ces inscriptions4», che son quelle da me già descritte. Egli, come vedesi, ha creduto che vi fosse un solo ambone attualmente, e non ha potuto distinguere con molta esattezza come ho distinte io anche le parti dei parapetti non spettanti a Nicola da Monteforte. Tanto meno poi egli, il Rohault de Fleury, ha potuto accorgersi che i due amboni di oggi abbiano un tempo formato un solo, per opera sempre di Nicola da Monteforte. Chi li divise in due non sappiamo; ma con molta probabilità dovette questo avvenire sotto l’Arcivescovato di Arigonio, avendo egli tolto il coro da mezzo alla nave maggiore, come vedemmo, e quindi ritenuto che un solo ambone là in mezzo non fosse cosa più armonizzante. Certamente, se ciò accadde, non fu opera saggia.

Chi fu questo Nicola da Monteforte? Non mi è riuscito sapere. Probabilmente, a giudicar dalla tonaca che veste, fu un frate artista, come se ne ebbero meravigliosi esempii in quel periodo, e più nei secoli anteriori. La patria di lui fu Monteforte;

  1. Ch. Rohault de Fleury, La Messe, étudus archèologiques sur les Monumentes, Paris V. A. Moret et C. parte , pag. 41 e 55 e Tav. CXCVIII.
  2. Op. cit. del Salazaro, pag. 69, parte I.
  3. Op. cit. pag. 41.
  4. Op. cit. pag. 55.