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44 arco traiano

adottato non ostante che la tegola dell’abaco non fosse intagliata, come nel capitello di Vignola.

Nell’Arco di Tito tutta la trabeazione è alta 5 moduli, 1 parte e 5/6; nel nostro è alta 4 moduli, 25 parti e 1/12, cioè poco meno di cinque moduli. Ma nella distribuzione dell’altezza tra l’architrave, il fregio e la cornice variano alquanto.

Architrave — Nell’Arco di Tito è alto 1 modulo e 15 parti; nel nostro 1 modulo, 9 parti e 5/12. Le membrature sono identiche e dello stesso numero.

Fregio — Nel primo è alto 1 modulo parti 14 e ⅛, nel secondo 1 modulo, 17 parti e ⅔. A me sembra essere più grandioso partito questo di aumentare l’altezza del fregio a spese dell’architrave, per mettere in miglior veduta i bassorilievi della marcia trionfale.

Cornice — Questa è presso che delle medesime proporzioni nei due monumenti, non differendo in altezza che di ⅔ di parte, di cui è più alta quella dell’Arco di Tito. Le membrature sono quasi le stesse, meno che al di sotto della gola della cimasa, dove, in cambio del listello e della gola rovescia, nel nostro monumento è un grazioso ovolo greco, leggiadramente intagliato e riflessato nell’innesto con la grande gola diritta. Non puossi disconvenire che fu questa una felice ispirazione per ovviare alla monotonia della ripetizione della gola rovescia due volte nella cornice e altrettanti nell’architrave. Il dentello è molto più svelto nel nostro Arco. Quivi, come nella nostra cornice, al di sotto dei dentelli non v’ha che la sola gola rovescia, che poggia sul fregio direttamente Questo mi sembra più logico partito di quello di Vignola che aggiunge sotto di essa un fusarolo e un listellino, due membrature delicate, improprie a reggere la soprastante carica.

Modiglioni — Una particolarità degna di considerazione è che i modiglioni della nostra cornice, come quelli dell’Arco di Tito, portano al di sotto, invece della foglia, due delfini intrecciati, aventi le teste, fra cui è una vaga conchiglia, rivolte alla base, e le code involgenti il cartoccio esterno (Tav. VI). Essi sono ripartiti in guisa da corrispondere il penultimo sull’asse e l’ultimo sul cateto della colonna.