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vatico non avrebbe scritto che, per la brevità del tempo in cui venivano eretti siffatti monumenti, l’opera scultoria riuscisse mediocre, non prestandovisi gli artisti di merito, per non compromettere la loro fama; contradicendosi però con quanto precedentemente avea detto, parlando dei bassorilievi dell’Arco di Tito e della sudetta colonna coclide.


9.° esame particolare delle sculture
dell’arco di benevento


Il Rossi si diffonde a parlare, al capo X, della preminenza dell’una facciata sull’altra del monumento, per desumere quale delle due, se la rivolta alla campagna o l’altra alla città sia la principale; ed egli inclina alla seconda. Tutte le ragioni che svolge per dimostrare il suo asserto poggiano sulla solita vasta erudizione. Chi è vago di apprenderle consulti la di lui dotta opera1. Ma noi non lo seguiremo, per la semplice ragione che non sempre potremo seguir l’ordine da lui tenuto nella illustrazione di ciascun quadro, pur convenendo che le azioni della vita di Traiano comincino a svolgersi sulla facciata interna, rivolta alla città, e che l’artista abbia avuto il criterio di ripartirle in modo che occupassero la facciata alla campagna le azioni riferentisi alle province. È notevole, in appoggio dell’asserto di Rossi, il fatto che le quattro stagioni, raffigurate nei quattro timpani dell’arcata sotto le forme di quattro puttini con gli attributi di quelle, hanno inizio dalla facciata interna, dove sono raffigurate la primavera a sinistra e l’estate a destra dell’osservatore, sapendosi che secondo l’antico stile di Roma l’anno cominciavasi a contare da Marzo. Come è pur vero che le figure dei due bassorilievi sotto il fornice rivolgano le loro facce principalmente alla città, donde sarebbe il loro vero punto di veduta.

Bassorilievi dei timpani. — Nel primo timpano (Tav. X), che è quello della facciata interna a sinistra dell’osservatore, è scolpita una vittoria alata (non una fama, come vuole Rossi) sotto forme muliebri, col sinistro braccio disteso verso la serraglia del-

  1. Op. cit. capo X.