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ferte avarie. Ma non per tanto dal profilo s’intuisce tutta la bellezza scultoria della testa dall’elegante acconciatura dei capelli, uniti in nodo artistico all’occipite, e cinti di corona di alloro. Devesi convenire che nell’insieme e nei particolari questa figura tiene molto dell’eleganza greca.

Ai piedi della descritta Vittoria vi è un puttino in rilievo intero, raffigurante la primavera, espressa col simbolo dei fiori, che porta in un vaso fra la mano e il sinistro braccio. È quasi tutto ignudo, e appena sull’omero destro lascia scorgere gli svolazzi di tenue veste, che gli passa per di sotto il braccio nel lato medesimo e si distende per di dietro la persona, sino ad uscire di nuovo nel lato manco. Ha il piè destro disteso innanzi come chi inceda sopra un rilievo del marmo che rappresenta un campo, su cui notasi un serpe svolgentesi dalle sue spire. Questo è anche un simbolo della primavera in cui la natura si ridesta dal torpore iemale. Al putto mancano la mano destra e la parte superiore del volto distrutti dal tempo.

Nel secondo timpano, che è quello a destra dell’osservatore sulla stessa facciata interna (Tav. XI), è scolpita un’altra Vittoria, portante la corona trionfale di alloro, che era assegnata ai grandi guerrieri dopo segnalate vittorie1, per indicare il premio che segue l’azione. Le manca l’asta cui era infissa la corona; e la doveva avere, sia per l’euritmia dell’altra figura, sia perchè la sua mano destra non arriva a toccar la corona. È mancante pure di ambo le mani; come della corona manca quella porzione che presso la serraglia si staccava in alto rilievo dal marmo. Questa figura è pressochè simile alla precedente e di eguale pregio artistico, laonde intendasi qui ripetuto, parola a parola, tutto ciò che feci notare a riguardo dell’altra.

Appiè della Vittoria si vede scolpito un secondo putto, perfettamente ignudo, recante tra la sinistra mano e il braccio un vaso con delle spighe. Ha la destra mancante. Esso incede sopra un campo di grano, le cui spighe con gli steli vedonsi scolpite ai suoi piedi fra la colonna e l’archivolto del fornice. È evidente che questo putto rappresenti l’estate.

  1. Vaslet, op. cit. pag. 49. — Aula, op. cit. parte 1a pag. 240.