Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/71

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intermezzi 65


Dorina.  E questa:
io la lingua non so di quel paese,
e non m’intenderanno.
Nibbio. Eh! non si prenda affanno.
il libretto non deve esser capito;
il gusto è ripulito,
e non si bada a questo:
si canti bene, e non importi il resto.
Dorina. Nell’arie io son con lei,
ma ne’ recitativi è un’altra cosa.
Nibbio. Anzi in questi potrá
cantar con quella lingua che le pare,
ché allor, com’Ella sa,
per solito l’udienza ha da ciarlare.
Dorina. Com’è cosí, va bene.
Nibbio. Or le sue pretensioni
liberamente palesar mi può.
Dorina. Voglio pensarci e poi risolverò.
          Nibbio. Risolva, e le prometto
          che avrá per onorario
          il cor d’un impresario,
          che, pieno di rispetto,
          modesto e melanconico,
          sempre d’amor platonico
          per lei sospirerá.
               Ci pensi e sappia intanto
          che nascono in quell’isole
          passeri che nel canto
          sembrano tanti Orfei;
          e la beltá di lei,
          se vien colá, mi creda,
          gran preda — ne fará.
Dorina. Ell’ha troppa bontá.
Nibbio.  Ma vuol ch’io parta
senza farmi sentire una cantata?
Dorina. Son tanto raffreddata...