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82 | i - didone abbandonata |
SCENA IV [I]
Selene ed Araspe.
Selene. Chi fu che all’inumano, ecc.
SCENA V [II]
Araspe solo.
Tu dici ch’io non speri,
ma nol dici abbastanza.
L’ultima che si perde è la speranza.
L’augelletto in lacci stretto
perché mai cantar s’ascolta?
Perché spera un’altra volta
di tornare in libertá.
Nel conflitto sanguinoso
quel guerrier perché non geme
Perché gode con la speme
quel riposo che non ha. (parte)
SCENA VIII [V]
. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Enea. La tua sorte presente
è degna di pietá non di timor.
Iarba. Risparmia al tuo gran core
questa inutil pietá. So che a mio danno
della reina irriti i sdegni insani.
Solo in tal guisa sanno
gli oltraggi vendicar gli eroi troiani.
Enea. Leggi. La regai donna in questo foglio,
. . . . . . . . . . . . . . . . .
come vendica Enea le proprie offese. (lacera il foglio)
Vedi nel mio perdono,
perfido traditor,
quel generoso cor,
che tu non hai.