Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. IV, 1914 – BEIC 1885923.djvu/107

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atto secondo 101


Zopiro.   T’intendo: io deggio

prevenir le tue brame
senza che parli: è privilegio antico
giá delle belle. Il so: tu Radamisto
hai ragion d’abborrir. Gl’impeti suoi,
le ingiuste gelosie, l’empia ferita
note mi son. Basta cosí. Fra poco
vendicata sarai. (in atto di partire)
Zenobia.   Perfido! e credi
sí malvagia Zenobia? un sí perverso
disegno in me?...
Zopiro.   Non ti sdegnar: l’errore
nacque dal tuo silenzio. (ai seguaci) Olá! guidate
la principessa al suo consorte... Io volo
Tiridate a svenar. (in atto di partire)
Zenobia.   Sentimi. (O numi,
la mia virtú voi riducete a prove
troppo crudeli! Io di mia bocca, io stessa
condannar Tiridate! E che mi fece
quell’anima fedel? come poss’io...)
Zopiro. Dubiti ancor?
Zenobia.   No, non è dubbio il mio:
so chi deggio salvar; ma di sua vita
m’inorridisce il prezzo.
Zopiro.   A me non lice
piú rimaner: decidi, o parto.
Zenobia.   Aspetta
solo un istante. Ah! tu potresti...
Zopiro.   Il tempo
perdiamo inutilmente. O l’uno o l’altro
deve perir.
Zenobia.   Dunque perisca... (oh Dio!)
dunque salvami...
Zopiro.   Chi?
Zenobia.   Salvami entrambi,
se pur vuoi ch’io ti debba il mio riposo;
e, se entrambi non puoi, salva il mio sposo.