Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. I, 1912 – BEIC 1883676.djvu/101

Da Wikisource.

ATTO PRIMO

SCENA I

Gran tempio dedicato al Sole, con ara e simulacro del medesimo.

Cosroe, Siroe e Medarse.

Cosroe. Figli, io non son del regno
men padre che di voi. Se a voi degg’io
il mio tenero affetto, al regno io deggio
un successore, in cui
della real mia sede
riconosca la Persia un degno erede.
Oggi un di voi sia scelto; e quello io voglio
che meco il soglio ascenda,
e meco il freno a regolarne apprenda.
Felice me se, pria
che m’aggravi le luci il sonno estremo,
potrò veder sì glorioso il figlio,
che, in pace o fra le squadre,
giunga la gloria ad oscurar del padre.
Medarse. Tutta dal tuo volere
la mia sorte dipende.
Siroe.  E in qual di noi
il piú degno ritrovi?
Cosroe.  Eguale è il merto.
Amo in Siroe il valore,
la modestia in Medarse;
in te l’animo altero, (a Siroe)
la giovanile etade in lui mi spiace;