Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
134 | ii - siroe |
SCENA XII
Laodice e detti.
Laodice. Eccomi a’ cenni tuoi.
Cosroe. Siroe, m’ascolta.
Questa è l’ultima volta
che offro uno scampo. Abbi Laodice e il trono,
se vuoi parlar; ma, se tacer pretendi,
in carcere crudel la morte attendi.
Resti Idaspe in mia vece. A lui confida
l’autor del fallo. In libertá ti lascio
pochi momenti: in tuo favor gli adopra.
Ma, se il fulmine poi cader vedrai,
la colpa è tua, che trattener nol sai.
Tu di pietá mi spogli,
tu dèsti il mio furor;
tu solo, o traditor,
mi fai tiranno.
Non dirmi, no, spietato.
È il tuo crudel desio,
ingrato! e non son io,
che ti condanno. (parte)
SCENA XIII
Siroe, Emira e Laodice.
Siroe. (Che risolver degg’io?)
Emira. Felici amanti,
delle vostre fortune oh quanto io godo!
Oh Persia avventurosa,
se, imitando la sposa,