Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
atto terzo | 351 |
qui condusse Erissena?
L’eviterò. S’aspetti,
non veduto, che parta.
(nell’andare a nascondersi, s’incontra con Alessandro)
SCENA III
Alessandro e detti.
Alessandro. (a Timagene) Ove t’affretti?
Timagene. Signor..., vado...: attendea... (confuso)
Alessandro. Che mai?
Timagene. L’istante
di teco ragionar.
Alessandro. Parla.
Timagene. Vorrei...
(Stelle, ove son! Non trovo i detti.)
Alessandro. Intendo:
solo mi vuoi. Bella Erissena, e dove
dalla real Cleofide lontana
solinga errando vai?
Forse ancor non saprai
ch’ella sará mia sposa
prima che questo sol compisca il giro.
Erissena. Il so pur troppo; e il tuo bel core ammiro.
(con dispetto, e parte)
SCENA IV
Alessandro e Timagene.
Timagene. (Dèi; che m’avvenne mai! Gelar mi sento;
mi trema il cor.)
Alessandro. (tutto senza sdegno) Siam soli:
ecco l’ora, ecco il loco, ecco Alessandro.
Che pensi, o Timagene? A che d’intorno