Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. II, 1913 – BEIC 1884499.pdf/280

Da Wikisource.
274 ix - demetrio


Cleonice. Oh Dio!

Fenicio.   Bella regina,
ti veggo intenerir. Pietá di lui,
pietá di me! Questo canuto crine,
la lunga servitú, l’intatta fede
merita pur ch’io qualche premio ottenga.
Cleonice. Eh! resista chi può: digli che venga.
  (lacera il foglio e si alza da sedere)
Barsene. (Ecco di nuovo il mio sperare estinto.)
Fenicio. (Basta che vegga Alceste, e Alceste ha vinto.)
  (in atto di partire, s’incontra in Olinto)

SCENA VII

Olinto e detti.

Olinto. Padre, regina, Alceste

piú in Seleucia non è. Per opra mia
giá ne partí.
Cleonice.   Come!
Fenicio.   Perché?
Olinto.   Voleva
rivederti, importuno, ad ogni prezzo.
Io gl’imposi in tuo nome
la legge di partir.
Cleonice.   Ma quando avesti
questa legge da me? Custodi, o dèi!
  (escono alcune guardie)
si cerchi, si raggiunga,
si trovi Alceste, e si conduca a noi.
  (partono le guardie)
Fenicio. Misero me!
Cleonice.   Se la ricerca è vana, (ad Olinto)
trema per te. Mi pagherai la pena
del temerario ardir.
Olinto.   Credei servirti,