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ARGOMENTO
Non ha conosciuto l’antichitá né migliore né piú amato principe di Tito Vespasiano. Le sue virtú lo resero a tutti sí caro, che fu chiamato «la delizia del genere umano». E pure due giovani patrizi, uno de’ quali era suo favorito, cospirarono contro di lui. Scoperta però la congiura, furono dal senato condannati a morire. Ma il clementissimo Cesare, contento d’averli paternamente ammoniti, concesse loro ed a’ loro complici un generoso perdono (Svetonio, Aurelio Vittore, Dione, Zonara, ecc.).