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192 xiii - la clemenza di tito


Tito.   Se all’impero, amici dèi,

     necessario è un cor severo,
     o togliete a me l’impero,
     o a me date un altro cor.
          Se la fé de’ regni miei
     con l’amor non assicuro,
     d’una fede io non mi curo
     che sia frutto del timor. (parte)

SCENA IX

Vitellia, uscendo dalla porta opposta, richiama Publio, che seguiva Tito.

Vitellia. Publio, ascolta.

Publio. (in atto di partire) Perdona;
deggio a Cesare appresso
andar...
Vitellia.   Dove?
Publio. (come sopra)  All’arena.
Vitellia.   E Sesto?
Publio.   Anch’esso.
Vitellia. Dunque morrá?
Publio. (come sopra)  Pur troppo.
Vitellia.   (Aimè!) Con Tito
Sesto ha parlato?
Publio.   E lungamente.
Vitellia.   E sai
quel ch’ei dicesse?
Publio.   No. Solo con lui
restar Cesare volle: escluso io fui. (parte)