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Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. III, 1914 – BEIC 1885240.pdf/290

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284 xv - ciro riconosciuto


Astiage. Custodi, olá! della cittá vicina

nel carcere piú orrendo
strascinate l’infido:
lá parlerai.
Cambise.   Del tuo furor mi rido.
Mandane. Numi, che far degg’io?
Ah! padre... ah! sposo...
Cambise.   Addio, Mandane, addio!
          Non piangete, amati rai;
     nol richiede il morir mio:
     lo sapete, io sol bramai
     rivedervi e poi morir.
          E tu resta ognor dubbioso,
     crudo re, senza riposo
     le tue furie alimentando,
     fabbricando — il tuo martír. (parte fra i custodi)

SCENA X

Mandane ed Astiage.

Mandane. Signor... (piangendo)

Astiage. (pieno di timore) Quelle minacce,
Mandane, udisti? Ah! s’io sapessi almeno...
Il sapresti tu mai? Parla. O congiuri
tu ancor co’ miei nemici?
Mandane.   Io! come! e puoi
temere, oh dèi! ch’io pur ti brami oppresso?
Astiage. Chi sa? Temo d’ognun; temo me stesso.
          Fra mille furori
     che calma non hanno,
     fra mille timori
     che intorno mi stanno,
     accender mi sento,
     mi sento gelar.