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atto terzo | 323 |
Cadrò, se vuole il fato,
cadrò, trafitto il seno;
ma invendicato almeno,
ma solo non cadrò. (parte)
SCENA VIII
Ciro, Mandane, Cambise, Arpago e guardie.
Arpago. Partí: l’empio è nel laccio. Ei corre al tempio,
e lá trarlo io volea. Guerrieri amici,
finger piú non bisogna; andiam! Qui resti
Ciro intanto e Mandane. E tu, Cambise,
sollecito mi siegui. (vuol partire)
Cambise. Odi. E in Alceo
com’esser può che Ciro...
Arpago. (con impazienza) Oh Dio! ti basti
saper che è il figlio tuo. Tutto il successo
ti spiegherò; ma non è tempo adesso. (parte)
SCENA IX
Ciro, Mandane e Cambise.
Cambise. Addio! (a Mandane e a Ciro)
Ciro. Padre!
Mandane. Consorte!
Ciro. E ci abbandoni
cosí con un addio?
Cambise. Nulla vi dico,
perché troppo direi; né questo è il loco.
So ben tacer, ma non saprei dir poco.