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atto secondo 215


uní gli avanzi inosservato, e venne

il primo fallo ad emendar.
Antigono.   Di forze
tanto inegual, no, non potea...
Berenice.   Con l’arte
il colpo assicurò. Fiamme improvvise
ei sparger fe’ da fida mano ignota
fra le navi d’Epiro. In un momento
portò gl’incendi il vento
di legno in legno; e le terrestri schiere
giá correano al soccorso. Allor feroci
entran nel campo i tuoi. Quelli non sanno
chi gli assalisca, e fra due rischi oppressi
cadono irresoluti,
senza evitarne alcuno. All’armi invano
gridano i duci: il bellicoso invito
atterrisce o non s’ode. Altri lo scampo
non cerca, altri nol trova. Il suon funesto
del ripercosso acciar, gli orridi carmi
di mille trombe, le minacce, i gridi
di chi ferisce o muor, le fiamme, il sangue,
la polve, il fumo e lo spavento abbatte
i piú forti cosí, che un campo intero
di vincitor vinto si trova, e tutto
sui trofei, che usurpò, cade distrutto.
Demetrio. Oh numi amici!
Antigono.   Oh amico ciel! Si vada
la vittoria a compir. (volendo partire)

SCENA XI

Clearco con guardie, e detti.

Clearco. (ad Antigono)  Férmati! altrove

meco, signor, venir tu déi.
Berenice.   Che fia