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266 xx - ipermestra


SCENA IX

Danao, Ipermestra e custodi.

Ipermestra. Ecco al paterno impero...

Danao.   Olá! custodi,
celatevi d’intorno, e a un cenno mio
siate pronti a ferir. (le guardie si nascondono)
Ipermestra.   (Che fia?)
Danao. (ad Ipermestra)  Linceo
ora a te vien.
Ipermestra.   L’eviterò.
Danao.   No: crede
che tu per altri arda d’amor; mi giova
molto il sospetto suo: se vivo il vuoi,
disingannar nol déi.
Ipermestra.   Ma tu vietasti...
Danao. Ed or che il vegga io ti comando. Ascoso
qui resto ad osservar. Se con un cenno
l’avverti o ti difendi...
Giá vedesti i custodi: il resto intendi.
          Or del tuo ben la sorte
     da’ labbri tuoi dipende:
     puoi dargli o vita o morte;
     parlane col tuo cor.
          Ogni ripiego è vano:
     sai che non è lontano
     chi la favella intende
     delle pupille ancor. (si nasconde)