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398 | v - alessandro nell'indie |
Poro. Ah Gandarte, ah germana,
io mi sento morir! Gelo ed avvampo
d’amor, di gelosia; lagrimo e fremo
di tenerezza e d’ira; ed è sí fiero
di sí barbare smanie il moto alterno,
ch’io mi sento nel cor tutto l’inferno.
Dov’è? Si affretti
per me la morte,
Poveri affetti!
Barbara sorte!
Perché tradirmi,
sposa infedel?
Lo credo appena:
l’empia m’inganna!
Questa è una pena
troppo tiranna;
questo è un tormento
troppo crudel. (parte)
SCENA X [VII]
Erissena e Gandarte.
Erissena. Gandarte, in questo stato
non lasciarlo, se m’ami, ecc.
SCENA XI [VIII]
Erissena sola.
D’inaspettati eventi
qual serie è questa? Oh, come
l’alma mia, non avvezza
a sí strane vicende,
si perde, si confonde e nulla intende!
Son confusa pastorella,
che nel bosco a notte oscura
senza face e senza stella
infelice si smarrí.