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323 atto primo


SCENA IX

Learco e poi Toante.

Learco. Che ascoltai! Dunque il vero

Rodope mi narrò. Che bell’inganno,
se me, del padre invece, al suo ritorno
Issipile trovasse! Allor potrei
deluderla, rapirla... È ver... Ma come...
Sí: la frode ingegnosa
Amor mi suggerisce. Ardir! Toante,
Toante ove si cela? (avvicinandosi al bosco)
Toante.   (Ignota voce
ripete il nome mio:
che fia?)
Learco.   Misera figlia! Il padre istesso,
non volendo, l’uccide. (affettando compassione)
Toante.   Olá! che dici?
Chi compiangi? Chi sei?
Learco. (finge non udirlo) Se il re non trovo,
Issipile si perde.
Toante. Perché? Parla: son io.
Learco.   Lode agli dèi!
Fuggi, fuggi da questa
empia reggia, mio re. Che qui t’ascondi
giá si dubita in Lenno. Or or verranno
le congiurate donne, e fia punita,
se il sospetto s’avvera,
la pietá della figlia.
Toante.   Io voglio almeno
morire in sua difesa.
Learco.   Ah! se tu l’ami,
affréttati a fuggir. Non v’è di questa
difesa piú sicura.