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70 vi - semiramide
e lo sparso farò lieo spumante

scorrer col sangue infra le tazze infrante.
  (in atto di partire)
Sisari. Ferma!
Ircano.   Non m’arrestar.
Sibari.   Ma tu non brami
Scitalce estinto?
Ircano.   Sí.
Sibari.   Dunque ti placa:
egli morrá, fidati a me. Salvarlo
sol potrebbe il tuo sdegno.
Ircano.   Io non intendo.
Corro prima a svenarlo, e poi l’arcano
mi spiegherai.
Sibari.   Ma senti. (A lui conviene
tutto scoprir.) Poss’io di te fidarmi?
Ircano. Parla.
Sibari.   Per odio antico
Scitalce è mio nemico. Il torto indegno,
che al tuo merto si fa, cresce il mio sdegno;
ond’io, ma non parlar, giá nella mensa
preparai la sua morte.

........................
questo sará d’atro veleno infetto.

Ircano. Se m’inganni...
Sibari.   Ingannarti! E chi sottrarmi
potrebbe al tuo furore?
Passami allor con questo ferro il core.
Ircano. Mi fiderò, ma poi... (ripone la spada)
Sibari. Taci, ché il re giá s’avvicina a noi.


SCENA II

Semiramide. Ecco il luogo, o Tamiri,

..................
Tamiri. ..................
con piú fasto il piacer.
Mirteo.   Qui la tua cura
del ricco Gange e dell’eoe maremme