Pagina:Metastasio, Pietro – Opere, Vol. II, 1913 – BEIC 1884499.pdf/77

Da Wikisource.

varianti 71
i tesori e le gemme

tutte adunò.
Scjtalce.   Da mille faci e mille
vinta è la notte, e ripercosso intorno
fiammeggia oltre il costume
fra l’ostro e l’òr multiplicato il lume.
Semiramide. Scitalce, al nuovo sposo
..................
Ircano. Cosí riceve un tuo rifiuto Ircano.
Tamiri. Ah! questo è troppo. Ognun disprezza il dono!
Dunque, ridotta io sono, ecc.


SCENA V

Mirteo. ..................

si preferisce a me.
Semiramide.   Non è Tamiri
sposa finor: molto sperar tu puoi.
Scitalce è prigionier; si rese Ircano
dell’imeneo col suo rifiuto indegno:
facilmente otterrai la sposa e il regno.
Mirteo. Che giova il merto? Io soffrirò, ma poi
chi ragion mi fará? Forse Tamiri?
Semiramide. Avranno i tuoi sospiri
da lei mercede: a tuo favore io stesso

........................
Semiramide. ..................

Tu piú caro mi sei di quel che credi.
Mirteo.   Io veggo in lontananza,
     fra l’ombre del timor,
     di credula speranza
     un languido splendor,
     che inganna e piace.
          Avvezzo a ritrovarmi
     son io fra tante pene,
     che basta a consolarmi
     l’immagine d’un bene
     ancor fallace. (parte)