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atto secondo | 95 |
abborrirti Zenobia! Ah! mal conosci
la sposa tua. Questo timore oltraggia
la piú fedel consorte
di quante mai qualunque etá ne ammira.
Te cerca, te sospira,
non trema che per te. Difende, adora
fin la tua crudeltá. Chi crede a lei,
condannarti non osa:
la man, che la ferí, chiama pietosa.
Radamisto. Deh! corriamo a cercarla. A’ piedi suoi
voglio morir d’amore,
di pentimento e di rossor.
Egle. La perdi
forse, se t’allontani.
Radamisto. Intanto almeno
va’ tu per me: deh! non tardar. Perdona
l’intolleranza mia: sospiro un bene
ch’io so quanti mi costi e pianti e pene.
Egle. Oh che felici pianti!
che amabile martír!
pur che si possa dir:
— Quel core è mio. —
Di due bell’alme amanti
un’alma allor si fa,
un’alma che non ha
che un sol desio. (parte)
SCENA VI
Radamisto e poi Zopiro.
di men barbaro sposo,
principessa fedel! Chi udí, chi vide