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stampa non vi siano, sennon i versi di quest’ultimo (Contareni, Anecdota Veneta, p. 213.).
(39) Di Madonna Laura ritratta da Simone di Martino, altramente detto Simone Memmi Sanese, in Avignone, nel chiostro della Chiesa Cattedrale, sotto la figura di una giovane vestita di verde a piedi d’un San Giorgio a cavallo che la libera da un drago, v’è qualche tradizione riferita dall’Ab. de Sade nelle Memorie sul Petrarca (T. I. p. 401.) e da altri (Lettere Sanesi del P. della Valle, T. II. p. 95.): ma di questa Santa Margherita, in cui Laura fosse effigiata, la notizia riesce nuova.
(40) Di Giulio Campagnola ci conviene credere maraviglie, leggendo specialmente ciò che di lui sappiamo da Matteo Bosso nelle Lettere e da Panfilo Sasso ne’ Versi Latini; mentre poco più che fanciullo ci viene rappresentato come perito di lettere Latine, Greche ed Ebraiche, poeta, pittore, scultore, cantante, e suonatore, tutto in grado distinto. Alle testimonianze del Bosso, che lo Scardeone ha apportate (De antiquitate urbis Patavii, p. 244.), altra del medesimo Scrittore aggiungere se ne può da una Lettera a Girolamo di lui padre scritta circa l’anno 1494, con la quale lo ragguaglia della bella riuscita che Giulio faceva in Verona presso di se. Vix tertium ingressus lustrum ingenio & natura non est Lippo (Aurelio Brandolino) absimilis; quin praeter litteras tum Latinas tum Graecas, impuber iste & lyram tractare, & in ea canere, versus edere, &, quod caecus non potest, scribere, pingere, statuas atque signa fingere sic per se se magis, ut puto, duce natura, quam arte, perdidicit; ut temporibus nostris omnibus illis tantis in rebus simul possit meo iudicio conferri nemo. Così il Bosso nell’epistola lxxv. della seconda collezione stam-
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